Filtri minerali e sostanze di origine vegetale, la tintarella è “green” con i solari “naturali”
Tintarella ‘green’? Stop a prodotti solari con derivati del petrolio, siliconi, profumi di origine sintetica, conservanti e filtri chimici. Via libera ai solari ‘naturali’ con ingredienti vegetali: oli, emulsionanti naturali, protettivi di origine vegetale e filtri fisici minerali.
E, ovviamente, moderazione nell’esposizione al sole. Da evidenziare che non c’è una definizione standard né una normativa che stabilisca cosa sia un cosmetico ‘naturale’ o ‘biologico’ così si tende a indicare con questi termini un prodotto che sfrutta principalmente le proprietà naturali delle piante e riduce al minimo le sostanze chimiche e l’impatto sull’ambiente. Il consumatore può scegliere leggendo l’etichetta o affidandosi alle certificazioni di organismi privati.
Ma che differenza c’è tra filtri fisici e chimici? “I filtri fisici sono ossido di zinco e biossido di titanio utilizzati in micronizzazione, processo che li rende spalmabili e gradevoli. Procedimento diverso – spiega all’Adnkronos Pucci Romano, dermatologa presidente di Skineco, Associazione Internazionale di Ecodermocompatibilità – dalla riduzione in nanoparticelle che viene utilizzata per ridurre in particelle fini le sostanze e renderle più penetrabili: questa tecnologia applicata al cosmetico è da evitare”.
I filtri chimici, invece, “sono sostanze di sintesi, fatte in laboratorio, e sulle quali c’è un’allerta per la presenza di sostanze considerate potenziali perturbatori endocrini”. Pucci Romano punta il dito in particolare su “cinnamati e benzofenone che sono sotto osservazione”. C’è anche da dire però che “i filtri chimici sono più efficaci nel riflettere le radiazioni: per certi versi sono il male minore se mi devo esporre per un periodo limitato al sole”. “Il problema – spiega – è quel bombardamento di prodotti cosmetici di uso quotidiano con fattore di protezione che utilizza filtri chimici: da questi prendo le distanze”. Perché: “tutto ciò che è chimico o è derivato dalla ‘green chemistry’, che rispetta l’ecodermocompatibilità, o si tratta di sostanze che non sono affini alla pelle né tantomeno biodegradabili”.
Come regolarsi dunque? Primo: “Fare una visita dal dermatologo che stabilisca il proprio fototipo e indichi le soluzioni più adatte. Poi tanto buon senso tenendo presente che il filtro solare più efficace è l’alimentazione con l’assunzione di carotenoidi, licopene e sostanze antiossidanti attraverso un’alimentazione equilibrata”. Perché, come ricorda anche l’Expo di Milano, “il link tra salute e cibo è sempre più stretto e dimostrato: siamo quello che mangiamo anche per prendere il sole”.
In commercio “esistono dei solari certificati di cosmesi eco-bio che devono rispettare determinate caratteristiche relative ai filtri, oltre a quelle ‘classiche’ delle certificazioni eco-bio, cioè niente siliconi, derivati del petrolio, ecc… I filtri solari possono essere meccanici o fisici: ossido di zinco e biossido di titanio sono delle polverine che riflettono i raggi solari come piccoli specchietti. Sono esclusi tutti i filtri cosiddetti chimici”, racconta all’Adnkronos Barbara Righini ideatrice di saicosatispalmi.org, portale punto di riferimento per la community del web sul tema della cosmesi green.
“Un solare si può definire naturale quando tutti gli ingredienti con cui è formulato rientrano nella categoria di quelli certificati/certificabili da enti che si occupano di bio-eco-cosmesi”, spiega all’Adnkronos Piero Manzotti, responsabile di Tea Naturaazienda anconetana di prodotti ecologici e cosmetici naturali. Dal suo osservatorio di azienda specializzata, Tea Natura scatta una fotografia delle tendenze di consumo: “Il mercato dei solari definiti naturali è in forte crescita seppure i grandi numeri sono ancora oggi a vantaggio dei solari ‘convenzionali’ per la diffusione estremamente capillare: farmacie, profumerie, centri commerciali, ecc… Mentre chi sceglie un solare naturale, deve cercarlo in centri di alimentazione naturale, in erboristerie, su Internet”. L’azienda “propone un solo prodotto solare e la crescita di vendita annua ha in media una progressione del 20-25%”.
Anche l’azienda Bioearth, in provincia di Parma, registra un “gradimento” dei propri prodotti solari che lascia ipotizzare un trend in crescita. Il ceo Paolo Adorni spiega che la sua azienda ha scelto di utilizzare per le basi “materie prime e attivi per quanto possibile certificati bio, di derivazione naturale e senza l’utilizzo di sostanze come parabeni, petrolati, ecc…”. Mentre “per quanto riguarda i sistemi filtranti, in funzione del livello di protezione che si vuole ottenere e della piacevolezza della texture, si utilizzano miscele di filtri di ultima generazione, sicuri, non ‘nano’, cioè che non penetrano nella pelle e quindi nel corpo, evitando sostanze che, pur di libero uso, hanno evidenziato potenziali effetti collaterali legati al loro utilizzo”.
Fonte: adnKronos