La perturbazione endocrina è un argomento complesso, oggetto di studi a livello Europeo da più di venti anni.
Consiste nella capacità di alcune sostanze chimiche di interferire con il corretto funzionamento del sistema endocrino di un organismo e portare, di conseguenza, ad effetti avversi di tipo fisiologico, morfologico o riproduttivo, sia nell’ organismo stesso che nella sua progenie. Si tratta dunque di sostanze con attività ormono-simile, molto vicina a quella deli estrogeni. Ipotizzato questo meccanismo d’azione, nel ’96 si tenne il primo workshop europeo sull’ argomento, in seguito all’ osservazione di un aumento del tasso percentuale di cancro ai testicoli e di un’apparente diminuzione del numero di spermatozoi in alcune aree – da allora, l’ Unione Europea è diventata il leader globale in materia.
Parlando di queste sostanze si pensa immediatamente a composti come le diossine, i pesticidi, i biocidi, prodotti di scarto di industrie come quella della plastica e dei metalli pesanti ma raramente ai cosmetici.
L’articolo “Summary report on chemicals of cosmetic interest having endocrine disrupting properties” si assume l’ingrato compito di ampliare gli orizzonti del lettore sulla tematica: le sostanze d’uso cosmetico in grado di interferire con il sistema endocrino esistono eccome. Nel mirino, tra le sostanze attenzionate, vi sono svariati filtri UV organici, i cosiddetti filtri “chimici”, come l’ octocrylene l’ oxybenzone (in INCI: Benzophenone-3) e il resbenzophenone (in INCI: Benzophenone-1), ma anche ftalati, il colorante resorcinolo e i parabeni, per citarne alcuni.
Gli interferenti endocrini, oltre ad avere ripercussioni sulla salute riproduttiva umana, una volta rilasciati nell’ambiente sono biopersistenti e tendono alla magnificazione, costituendo quindi un rischio anche per l’ecosistema, in particolare marino: l’ oxybenzone, ad esempio, è una sostanza genotossica per i coralli e responsabile del loro sbiancamento; mammiferi marini, inoltre, sono animali particolarmente a rischio a causa delle loro ampie riserve di grasso corporeo che fungono da “serbatoi” per composti lipofili come gli interferenti endocrini, che vengono poi rilasciati in notevoli quantità durante gravidanza e periodi di carestia.
Perché queste sostanze sono ancora ammesse nei cosmetici, allora? È fondamentale sottolineare che, al giorno d’oggi, non esistono ancora delle metodiche standardizzate in grado di identificare se una sostanza è un interferente endocrino per l’ uomo oppure no. Ciò è dovuto al fatto che questi composti agiscono spesso a dosi sub-tossiche e in maniera sinergica, dando il cosiddetto “cocktail-effect”; inoltre, gli organismi in momenti di sviluppo importanti, come lo sviluppo fetale o la pubertà, sono particolarmente suscettibili all’azione di questi composti, che potrebbero causare effetti permanenti ed un’aumentata suscettibilità a malattie in stadi più tardivi della vita.
Dati i presupposti, torna in aiuto il Principio di Precauzione, cardine dell’ UE nel momento in cui bisogna prendere decisioni in merito a questioni scientificamente controverse. Ci si trova infatti davanti ad una serie di punti interrogativi che lasciano il consumatore (ma anche il cosmetologo) perplesso: in che quantità queste sostanze sono assorbite tramite la nostra pelle? Quanto è “poco” e che ripercussioni ha? Quale sarà il futuro delle formulazioni, per tutelare al meglio il consumatore senza compromessi in termini di efficacia? Queste domande non hanno ancora risposte fatte e finite ma è giusto porle per comprendere al meglio il mondo che ci circonda ed i prodotti che utilizziamo quotidianamente, al fine di diventare consumatori e consumatrici sempre più consapevoli, per la nostra salute e per l’ ambiente.
Senza allarmismi ma con precauzione.
Fonte:
“Summary report on chemical cosmetic interest having endocrine disrupting properties”
Autore: Marco Taliercio
Tesi di Laurea in Tecniche Dermatologiche applicate alla Cosmetologia
Anno Accademico 2019/2020
Relatore: Prof.ssa Maria Concetta Romano
Correlatore: Prof.ssa Giuseppina Nocca
Università Cattolica del Sacro Cuore (Roma) | Facoltà di Medicina e Chirurgia | Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Cosmetologiche
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