Al largo delle coste del Queensland si trova la più grande barriera corallina del mondo. La coral reef è costituita da rocce sottomarine formatesi grazie alla sedimentazione degli scheletri dei coralli e quella australiana si estende per oltre 2200km di lunghezza, con una superficie totale di 345.000kmq. È un elemento fondamentale per l’ecosistema marino in quanto offre riparo ad oltre 1500 specie acquatiche.
“Nei primi giorni di dicembre si è rinnovato il più grande spettacolo riproduttivo del mondo, nella Grande Barriera Corallina settentrionale d’Australia. I coralli hanno rilasciato miliardi di ovuli e sperma nell’oceano, in un atto sincronizzato per la riproduzione della specie.” Riporta un recente articolo dell’ Ansa1. Notizia piena di speranza, che celebra la rinascita della Grande Barriera Corallina. Come mai, però, si parla di rinascita?
Nonostante attività umane quali pesca intensiva ed incremento di emissioni di gas serra rappresentino la principale minaccia per tale ecosistema, non significa che siano le uniche. Negli ultimi tempi, infatti, si parla molto dell’impatto che i filtri UV organici (comunemente detti ”filtri chimici”) possano avere sui coralli, tanto che a partire dal 2021, nello Stato delle Hawaii saranno introvabili prodotti solari contenenti i filtri oxybenzone e octinoxate, ritrovabili in INCI rispettivamente come Benzophenone-3 e Ethylhexyl methoxycinnamate. Le Hawaii sono poi state seguite dalla Repubblica del Palau, che ha vietato non soltanto questi due ingredienti sopracitati ma anche octocrylene, 4-methyl-benzylidene camphor, parabeni e triclosan2. Si può dire che queste restrizioni siano state incoraggiate da un importante articolo scientifico del 20153 che ha riportato stime annuali di filtri UV ritrovati a livello della barriera corallina che variano dalle 6.000 alle 14.000 tonnellate.
L’Australia, d’altro canto, è estremamente restia a seguire le orme di questi Paesi: la TGA, Therapeutics Good Administration, ha infatti dichiarato che non c’è ancora sufficiente evidenza scientifica a supporto degli effetti negativi dei filtri chimici sulla barriera corallina, forte anche di uno studio condotto da L’Oréal in convenzione con il Monaco Scientific Center che sostiene questa tipologia di filtri solari non influenzi negativamente i coralli4.
Parlando di filtri chimici e barriera corallina, però, spesso si omette un aspetto fondamentale che accomuna queste sostanze, chiave di lettura necessaria per comprendere appieno il problema: la perturbazione endocrina. Concentrandosi infatti sull’ impatto ambientale parlando esclusivamente di “inquinamento”, si arriva a conclusioni davvero poco chiare. È importante scavare più a fondo e capire quali sono gli effetti che queste sostanze provocano nei coralli.
I perturbatori endocrini, per definizione, sono sostanze in grado di interferire con il corretto funzionamento del sistema endocrino di un organismo e portare, di conseguenza, ad effetti avversi di tipo fisiologico, morfologico o riproduttivo, sia nell’ organismo stesso che nella sua progenie. Nello specifico, l’ oxybenzone è stata dimostrata essere una sostanza fototossica, in grado di trasformare il corallo da una stato mobile ad una condizione deformata e sessile, inducendo ermafroditismo. Inoltre, è stato anche osservato un tasso crescente di sbiancamento dei coralli in risposta all’ aumento delle concentrazioni di oxybenzone, così come la capacità di tale filtro di indurre ossificazione della planula5. Lo sbiancamento, in particolare, è un fenomeno che inibisce la produzione di sostanze utili a produrre nutrienti per il corallo, rendendolo più vulnerabile ad alghe, malattie e alla morte6. Non trascurabile, inoltre, è la tendenza dei perturbatori endocrini alla magnificazione, trattandosi di sostanze biopersistenti.
Nonostante la meravigliosa notizia della rinascita della Grande Barriera Corallina, si stima che le coral reefs di tutto il mondo siano a rischio di scomparire entro il 2050: è perciò fondamentale per il benessere del nostro pianeta e della nostra salute attuare scelte, cosmetiche e non, il più eco-conscious possibili, nella speranza che il mercato dei prodotti solari, dal valore stimato di 24,9 miliardi di dollari nel 2024 7, decida di ascoltare le meraviglie dell’ ecosistema marino e di seguire le orme delle Hawaii.
Fonti:
1 https://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/natura/2020/12/08/barriera-corallina-e-di-nuovo-boom-riproduttivo_2a880c11-d453-4f49-a5a6-59dff24f0934.html
2 https://www.bbc.com/news/science-environment-46046064
3 Downs, C.A., Kramarsky-Winter, E., Segal, R. et al. Toxicopathological Effects of the Sunscreen UV Filter, Oxybenzone (Benzophenone-3),
on Coral Planulae and Cultured Primary Cells and Its Environmental Contamination in Hawaii and the U.S. Virgin Islands.
Arch Environ Contam Toxicol 70, 265–288 (2016). https://doi.org/10.1007/s00244-015-0227-7
4 https://www.loreal.com/en/news/science-and-technology/research-innovation/2019/02/18/00/00/
do-the-uv-filters-in-cosmetics-have-any-effect-on-corals/#
:~:text=The%20study%20shows%20that%20corals,measured%20in%20the%20marine%20environment.&text=
Coral%20reefs%20have%20become%20a%20major%20environmental%20concern.
5 Downs, C.A., Kramarsky-Winter, E., Segal, R. et al. Toxicopathological Effects of the Sunscreen UV Filter, Oxybenzone (Benzophenone-3),
on Coral Planulae and Cultured Primary Cells and Its Environmental Contamination in Hawaii and the U.S. Virgin Islands.
Arch Environ Contam Toxicol 70, 265–288 (2016). https://doi.org/10.1007/s00244-015-0227-7
6 https://www.weforum.org/agenda/2018/04/what-happens-if-all-the-coral-reefs-die#
:~:text=As%20waters%20rapidly%20warm%2C%20corals,algae%2C%20disease%2C%
20and%20death.&text=It’s%20these%20bleaching%20events%20that,of%20the%20Great%20Barrier%20Reef.
7 https://asia.nikkei.com/Spotlight/Environment/Pacific-beachgoers-face-sunscreen-bans-for-coral-conservation#:~:text=Australia%20for%20one%20does%20not,Barrier%20Reef%20Marine%20Park%20Authority