Per quel che riguarda l’industria cosmetica, sin dal 2004 in Italia ed in Europa è vietata la sperimentazione animale di prodotti cosmetici finiti. Questo divietò è stato poi esteso nel 2009 anche ai singoli ingredienti cosmetici fino ad arrivare nel 2013 al ban definitivo della vendita, sul suolo europeo, di tutti i cosmetici testati sugli animali all’estero.
L’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, unita ad un richiamo dell’ECHA (European Chemical Agency) che chiede di testare determinati ingredienti in uso nei prodotti cosmetici sugli animali, fa temere un passo indietro. Da qui, l’alleanza tra Unilever e PETA, ONG per la difesa degli animali. Lo scopo di questa alleanza è lanciare un appello all’Unione Europea per proteggere il divieto di sperimentazione animale.
I test alternativi alla sperimentazione animale sono inseriti nel Reg 1223/2009 (allegato VIII) e trovano nella sicurezza e nella validazione del metodo i suoi pilastri fondanti. Un metodo è sicuro quando i suoi risultati sono attendibili almeno quanto quelli del sistema di riferimento, dunque la sperimentazione animale, mentre la validazione si misura grazie ai parametri di predittività ed affidabilità del test con lo scopo per cui è stato ideato.
Secondo l’EURL – ECVAM, l’ente europeo che si occupa di studiare i metodi di testing alternativi alla sperimentazione animale, ad oggi poco meno del 20% delle sperimentazioni animali è sostituibile con metodi alternativi e con un sufficiente margine di sicurezza. I principali metodi alternativi sono:
Ad oggi, non è possibile fare un profilo tossicologico completo di nuovi ingredienti cosmetici utilizzando esclusivamente metodi alternativi, ed è per questo che esistono già deroghe alla sperimentazione animale in caso di sostanze nuove, poco conosciute, ma anche qualora vi sia un rischio per la salute dei lavoratori in stabilimenti produttivi e per sostanze che vengono sì utilizzate in cosmetica ma appartengono prevalentemente al settore farmaceutico.
La proposta dell’ECHA è, in ultima analisi, di utilizzare i test sugli animali come ultima risorsa, una volta dopo aver esaurito tutte le altre metodiche d’analisi a disposizione. Apparentemente, nulla di diverso da quanto già non sia in atto; spaventano però i risvolti di una tale presa di posizione in seguito alla Brexit, ed è per questo che attivisti di tutta Europa sono in fermento.
La vision di SKINECO, fatta di cosmesi sostenibile ed ecodermocomptabile e di consumatori consapevoli ed informati, non può accettare l’eventualità di un passo indietro di tale portata, e si auspica che i necessari investimenti nel settore della ricerca continueranno ad implementare il ventaglio di metodiche di testing alternative.
Fonti:
https://echa.europa.eu/it/animal-testing-under-reach
https://ec.europa.eu/jrc/en/eurl/ecvam
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32009R1223&from=PL