Il mondo della cosmetologia è in continua ricerca di nuovi ingredienti e tecnologie più sostenibili per salvaguardare l’ambiente, oltre che compatibili con il delicato equilibrio dell’organo pelle.
Da tempo anche il mondo marino è oggetto di ricerca in campo formulativo, le risorse marine sono infatti ben note per le loro sostanze biologicamente attive con grandi potenziali nell’industria cosmetica.
Una delle scoperte più interessanti provenienti da questo habitat riguarda l’estrazione di chitina e chitosano: componenti strutturali dei crostacei ottenuti dagli scarti della lavorazione della pesca che sembrano avere innumerevoli applicazioni nel settore cosmetico.
La chitina è il prodotto naturale più presente in natura, secondo soltanto alla cellulosa, ed è diffusa sia nel mondo vegetale che animale, in particolare in alghe e crostacei come i gamberi, in cui costituisce materiale strutturale dell’esoscheletro.
Chimicamente la chitina è un biopolimero naturale che presenta una struttura molto simile all’acido ialuronico, formato dalla ripetizione di glucosamina e acetilglucosamina.
Dalla rimozione dei gruppi acetilici si ottiene il chitosano, suo derivato molto più utilizzato in cosmesi, proprio a causa di questa minima differenza strutturale che ne facilita notevolmente l’utilizzo.
Il chitosano in cosmesi trova largo utilizzo in diverse tipologie di prodotti come agente viscosizzante, filmante e inoltre aumenta l’efficacia dei filtri solari.
Nello specifico, a basse concentrazioni il chitosano presenta un’azione igroscopica e, grazie alla sua similarità con l’acido ialuronico, può rappresentare una valida alternativa ad esso, aiutando inoltre a ripristinare la funzione barriera della pelle e migliorando tono ed elasticità.
La sua azione più interessante è però quella di modificatore reologico, di viscosizzante, infatti il chitosano interagisce con l’acqua e la lega, fungendo da agente sensoriale per rendere le formule più consistenti e piacevoli all’utilizzo, ruolo che troppo spesso nei cosmetici viene ricoperto dai polisilossani, meglio noti come siliconi.
A questo proposito nell’ultimo anno è stato studiato l’impatto dell’inclusione del chitosano con proteine del latte e olio di jojoba sulle proprietà reologiche di soluzioni ed emulasioni O/A, al fine di creare formule stabili e ad alte prestazioni. Dallo studio è emerso che tali ingredienti si comportano come dei gel ma più viscosi e termoreattivi rispetto alla miscela contenente silicone, proteine del latte e olio di jojoba, quindi senza chitosano.
Questo rappresenta un importante punto di svolta per l’utilizzo di ingredienti alternativi più sostenibili di quelli già in uso come i siliconi.
La chitina, ma soprattutto il chitosano, contribuiscono quindi ad un’industria rinnovabile poiché la loro estrazione viene ottenuta dalla lavorazione dei sottoprodotti della pesca che altrimenti andrebbero gettati, centrando in pieno la filosofia zero waste. Inoltre si prestano come valide alternative di alcuni ingredienti più inquinanti e migliorano le prestazioni di altri.
Skineco si augura fortemente che la ricerca formulativa si concentri sempre più sull’interesse della compatibilità con la pelle e l’ambiente per una produzione cosmetica più attenta e consapevole.
1 Morganti P., Efficacia dermocosmetica delle nanofibrille di chitina, Dermakos, Ottobre 2009.
2 Aranaz I., Acosta N., Civera C., Elorza B., Mingo J., Castro C., de los Llanos Gandìa M., Heras Caballero A., Cosmetics and Cosmeceutical Applications of Chitin, Chitosan and Their Derivatives, MDPI, 28 February 2018.
3 Speer S., Amin S., Sustainable thermoresponsive whey protein- and chitosan-based oil-in-water emulsions for cosmetic applications, International Journal of Cosmetic Science, 20 November 2021.